Nella seduta di marzo il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari ha approvato numerose mozioni, tutte all’unanimità.
IL NOSTRO PARERE SULLE LAUREE PROFESSIONALIZZANTI: il C.U.N. ha proposto l’introduzione di nuove classi di laurea professionalizzanti: differenti dalle triennali ordinarie e volte a preparare gli studenti per il futuro lavorativo in determinati settori, ancora da definire. Abbiamo supportato nel complesso questo progetto, ed espresso pure la nostra preoccupazione per la possibile svalutazione del titolo di laurea triennale classico.
Riteniamo necessaria una rimodulazione interna delle Lauree per tutelare quegli studenti che decidano, per volontà personale o per impossibilità di entrare in specialistica, di affacciarsi al mondo del lavoro con il solo titolo di laurea triennale.
AUTONOMIA DIFFERENZIATA, UN RISCHIO DA PONDERARE: particolari forme di autonomia (in questo caso, a Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna) non possono essere concesse in modo sprovveduto. Il Paese presenta già notevoli divisioni al suo interno in tema di diritto allo studio, e, senza la definizione di livelli essenziali delle prestazioni minimi garantiti su tutto il territorio, il rischio è di accentuare le disuguaglianze in tale ambito. Il CNSU ha chiesto allora una riapertura del tavolo con il MIUR, la Conferenza Stato-Regioni e ANDISU per discutere i LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni).
ESAME DI ABILITAZIONE PER MEDICO-CHIRURGO: la Riforma Fedeli del 9 maggio scorso ha creato un cortocircuito. Gli Atenei non sono pronti ad applicare le nuove disposizioni sull’esame di abilitazione alla professione di medico-chirurgo. In questo modo, i neolaureati in Medicina rischiano di non poter sostenere l’esame prossima estate, o di non scoprire con sufficiente anticipo la modalità del test (vecchia o nuova?).
Il CNSU ha raccomandato la proroga dell’entrata in vigore del D.M. 58/2018 alla sessione di febbraio 2021, per lasciare maggiore tempo agli Atenei per adeguarsi al nuovo format. Contestualmente, è stata richiesta la pubblicazione tempestiva del bando d’esame (rimasto in sospeso) con il ripristino delle modalità precedenti di valutazione.
TEST DI ARCHITETTURA: a causa della soglia minima di 20 punti, moltissimi non hanno superato il test d’accesso e questo ha generato un numero elevato di posti non assegnati.
Il CNSU, con il rilevante contributo dei nostri rappresentanti, ha così richiesto lo scorrimento delle graduatorie dei partecipanti al test, in relazione al punteggio, sollecitando l’applicazione della sentenza del Tar 11 febbraio 2019, n.1031. Quest’ultima non boccia “il numero chiuso”, ma solo la sua ulteriore limitazione, ossia la soglia minima.